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LA STORIA DI MIACHAEL JACKSON 2

Infanzia e Jackson 5 (1958–1978)

 

La casa natale di Michael Jackson a Gary (Indiana)

Michael Jackson nacque il 29 agosto 1958 a Gary (Indiana), ottavo di dieci figli di una famiglia afroamericana. Sua madre Katherine Esther Scruse era una devota testimone di Geova, mentre suo padre Joseph Walter "Joe" Jackson era operaio in un’acciaieria, e precedentemente era anche stato chitarrista dei Falcons, gruppo R&B amatoriale. Jackson aveva tre sorelle, Rebbie, La Toya e Janet, e sei fratelli, Jackie, Tito, Jermaine, Marlon, Brandon (fratello gemello di Marlon, morto poco dopo la nascita)[18] e Randy

Sin da piccolo Jackson mostrò il suo talento musicale cantando di fronte ai compagni di classe durante una recita di Natale alla scuola materna. Nel 1964, a soli sei anni, si unì al gruppo formato dai suoi fratelli, i Jackson Brothers. Michael inizialmente ne era il percussionista, ma successivamente condivise la parte di cantante con il fratello Jermaine, e il gruppo cambiò nome in Jackson 5[19]; nell’autobiografia Moonwalk ricorda come venisse spesso paragonato a Frankie Lymon. Tra il 1966 e il 1968, il gruppo girò buona parte del Midwest per esibirsi in una serie di club per neri, noti come "chitlin circuit", spesso aperti anche a spogliarellisti. Nel 1966 i Jackson 5 vinsero, grazie soprattutto all’interpretazione canora di Michael, un talent show locale coverizzando I Got You (I Feel Good) di James Brown, nota hit della Motown (etichetta discografica famosa ai tempi per la produzione di solamente artisti neri)[20][21].

Il gruppo venne scritturato nel 1967 dalla locale casa discografica Steeltown Records, con la quale incise i suoi primi singoli, ma fu solo dopo aver firmato con la Motown l’anno successivo che raggiunse il successo[19]. Infatti nel 1969 esordirono con l’album Diana Ross Presents the Jackson 5, trainato dal singolo I Want You Back, che si piazzò inaspettatamente alla prima posizione della Billboard Hot 100, superando addirittura Let It Be dei Beatles. Stesso risultato fu anche raggiunto dai tre singoli successivi: ABC, The Love You Save e I’ll Be There

Con la Motown Michael incise anche i suoi primi quattro album da solista: Got to Be There (1972), Ben (1972), Music & Me (1973) e Forever, Michael (1975), che ebbero tutti un buon successo, vendendo complessivamente circa 16 milioni di copie. Dopo il 1973, tuttavia, le vendite dei Jackson 5 cominciarono a calare ed il gruppo abbandonò in sordina la Motown per firmare, nel 1976, un secondo contratto con la CBS Records (prima mediante la Philadelphia International Records, per poi passare alla Epic Records)[22]. Prima di sapere del nuovo contratto del gruppo, la Motown li accusò di aver rotto a sua insaputa il loro vecchio accordo. Come risultato delle procedure legali, complicate dal matrimonio tra Jermaine e la figlia di Berry Gordy (presidente della Motown), i fratelli Jackson abbandonarono il moniker "Jackson 5", per motivi legali, e persero Jermaine, che voleva rimanere nella Motown[23]. Così cambiarono nome in "Jacksons"; chiamarono Randy a sostituire Jermaine e continuarono ad esibirsi e a pubblicare album, tra cui Destiny (1978), che diventò l’album più venduto di sempre del gruppo, con circa 6 milioni di copie mosse nel mondo.

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La StOrIa Di MiChAeL JaCkSoN

Stile musicale

Michael Jackson, nel corso della sua carriera solista, ha potuto sperimentare svariati stili musicali,Inizialmente ispirato al soul della Motown, ha poi coltivato altri generi come rhythm and blues, funk, dance, rock, new jack swing. Grazie ai suoi lavori da adulto ha rotto molti tabù nel mondo della musica, e in particolare ha contribuito alla diffusione della black music presso ampie fette di pubblico.

A differenza di molti altri artisti, Jackson realizzava i suoi brani direttamente in sala di registrazione anziché scriverli su carta. Il suo approccio a più stili sonori si può già osservare dal suo primo album da adulto, Off the Wall, prodotto da Quincy Jones, che spaziava dal funk e al disco pop di "Don’t Stop ‘Til You Get Enough", "Workin’ Day and Night" e "Get on the Floor", passando per soul, soft rock, jazz, rhythm and blues e ballate come "She’s Out of My Life" o "Girlfriend"[3].

Con l’album best-seller Thriller, anch’esso prodotto da Jones, Michael mise praticamente a punto le intuizioni musicali di Off the Wall; i brani dance, rock e funk ("Baby Be Mine", "P.Y.T. (Pretty Young Thing)", "Billie Jean", "Wanna Be Startin’ Somethin’") si caratterizzarono per una maggiore forza interpretativa, mentre le canzoni pop e le ballate ("The Lady in My Life", "Human Nature", "The Girl Is Mine") furono più leggere e introspettive. In "Billie Jean" Jackson cantava di una fan che affermava di aver avuto un figlio da lui, mentre in "Wanna Be Startin’ Somethin’" criticava le pressioni dei media e del gossip. Il brano "Beat It", dedicato alla violenza di strada, fu anche uno dei primi crossover rock/pop a scalare le classifiche, mentre la title track "Thriller" era dedicata al soprannaturale, tematica che avrebbe poi caratterizzato i brani dei tempi successivi. Nel 1985 Jackson e Lionel Richie scrissero insieme la canzone di beneficenza "We Are the World" e da allora i temi umanitari sarebbero stati anch’essi al centro dei suoi testi e della sua stessa attività artistica. Michael è stata una personalità importante anche per l’emancipazione afroamericana negli USA; difatti è stato il primo artista di colore il cui videoclip sia stato trasmesso da MTV e un tributo alla musica africana è presente nei titoli di coda del suo film Moonwalker in cui i Ladysmith Black Mambazo cantano la loro The Moon Is Walking. In Bad, terzo ed ultimo album con Quincy Jones alla produzione, fu rivisitato il discorso musicale di Thriller, ma con brani di maggior successo in classifica. In "Dirty Diana", altro brano contaminato dal rock, Jackson immaginava di affrontare un amore "maledetto"; vi era poi la ballata d’amore classica "I Just Can’t Stop Loving You", mentre "Man in the Mirror" riprendeva i temi di altruismo e beneficenza già presenti in "We Are the World"; "Smooth Criminal" evocava addirittura un episodio immaginario di rapimento e stupro.

Con Dangerous, pubblicato nel 1991, Michael riuscì a catturare fette più ampie di pubblico, con canzoni dedicate perlopiù a tematiche sociali[137]. Le prime tracce del disco sono canzoni molto new jack swing come "Jam" e "Remember the Time"[138]. "Why You Wanna Trip on Me" parla di problemi come la fame nel mondo, l’AIDS, la povertà e la droga[138]. Vi sono però anche canzoni più ardite come "In the Closet", una canzone dedicata ad amore, desiderio, solitudine, vita privata[138], mentre la title track "Dangerous" riaffrontava il tema dell’amore dannato[138] già presente in "Dirty Diana". Altri brani come "Will You Be There", "Heal the World" e "Keep the Faith" invece si avvicinano più al gospel e sono dedicati ai problemi personali dello stesso Jackson[138]; infine "Gone Too Soon" è una ballata dedicata ad un amico del cantante, Ryan White, e alla grave condizione di chi soffre di AIDS[139]. Nell’album Dangerous sono palesi le incursioni di musica rap e hip hop che contribuirono alla diffusione dello stile.

HIStory, che crea una vera e propria atmosfera di paranoia[140], è incentrata sui problemi di Jackson con pubblico e stampa. Con i pezzi new jack swing-funk-rock "Scream" e "Tabloid Junkie", ma anche con la ballata R&B "You Are Not Alone", Jackson critica le ingiustizie e l’isolamento che il suo successo gli ha procurato, e se la prende in particolare con i media[141], come già aveva fatto col brano Leave Me Alone; nella ballata "Stranger in Moscow" parla del personaggio mediatico in cui è stato trasformato; vi sono anche brani pop più elaborati come "Earth Song", "Childhood", "Little Susie" e "Smile"[140][141].

Invincible, prodotto insieme a Rodney Jerkins, fu pubblicato nell’ottobre del 2001[4][42] ed è stato l’ultimo album di inediti del cantante; il disco contiene brani di matrice soul come "Cry" e "The Lost Children", le ballate "Speechless", "Break of Dawn" e "Butterflies", il singolo ballabile "You Rock My World", e mescola hip hop, pop e rap in "2000 Watts", "Heartbreaker" e la title track "Invincible"[4][142].

Stile di danza [modifica]

Michael Jackson è stato celebre per tutta la sua carriera per il proprio stile di danza che ha generato migliaia di imitatori. Alcuni passi inventati da Jackson risalgono già al periodo con i Jackson 5 nei locali di Gary, sua città natale e in seguito perfezionate.

Michael inventò il Ballo del robot all’età di 15 anni, nel 1974, per il brano "Dancing machine", composto insieme ai fratelli, con i quali formava "The Jackson 5". L’intento era quello di fornire alla canzone delle movenze che riuscissero a coinvolgere maggiormente lo spettatore (tratto dal libro "Moonwalk"). Alcune mosse, che in seguito migliorò, gli furono insegnate da James Brown.

Agli inizi degli anni ottanta perfezionò una tecnica che gli consentiva di realizzare delle piroette velocissime sui talloni tramite l’uso della forza centrifuga impressa dalle braccia. Nel 1983 lanciò i suoi movimenti sulle punte dei piedi e soprattutto il passo di danza che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo: il moonwalk (in italiano letteralmente camminata sulla luna) presentato allo show celebrativo dei 25 anni della Motown, sulle note di Billie Jean. Contrariamente a quanto spesso riportato Jackson non è propriamente l’inventore del moonwalk ma piuttosto il suo perfezionatore, avendo rielaborato e migliorato un passo simile dell’attore e mimo francese Marcel Marceau (Fonte: Niccolo’Fidora). L’anno successivo realizzerà la coreografia di Thriller inventando il passo che imita il movimento degli zombie. Nel corso degli anni Michael ha perfezionato sempre più il moonwalk fino a migliorarlo nel Dangerous World Tour, sempre in quel periodo inventò il Sidewalk, ovvero un passo laterale basato sullo stesso principio del moonwalk rielaborato. Jackson eseguirà il sidewalk insieme al moonwalk in diverse sue coreografie. In seguito Jackson riuscì anche a fondere le due tecniche creando un passo che gli consentiva di "scivolare" creando un movimento circolare.

Nel 1993 Jackson diede un’altra prova del suo grande talento di coreografo e ballerino inventando l’Antigravity lean, ovvero il celebre movimento antigravitazionale del video di Smooth Criminal in cui Michael si inclinava in avanti di 60º. Nel video usò delle funi, mentre per fare il tutto nelle esibizioni dal vivo usava delle scarpe modificate, di cui deteneva il brevetto, che permettevano a un gancio che spunta da sotto al palco di agganciarlo (ciò non si vede, perché prima che i ganci siano visibili, un ballerino entra in scena e butta un fumogeno). La presenza dei ganci tiene fermo il ballerino ma è comunque difficile eseguire il movimento per il fatto che per riportare il corpo in equilibrio è necessario avere una grande forza nei muscoli delle gambe e della schiena.

Nel 1995 Jackson stupisce ancora con il Sidewalk e lo Skywalk, detto anche Airwalk, che fu presentato agli MTV Video Music Awards. In questo passo Michael dava l’illusione di camminare sospeso in aria, tuttavia lo usò solo in limitate occasioni.

Michael Jackson in Italia e le accuse di plagio [modifica]

La prima cover dell’ancora adolescente Michael Jackson è di Dori Ghezzi che nel 1973 incide "Io non ci contavo più", versione italiana di Ben, con cui partecipa a Canzonissima dello stesso anno.

Gli Squallor, antesignani del rock demenziale, hanno utilizzato la base musicale di Don’t Stop ‘Til You Get Enough per la loro canzone Nosfigatus (contenuta nell’album Tromba del 1980).

Inoltre sempre gli Squallor nel 1985 incidono in Tocca l’albicocca una parodia di We are the world, intitolata USA for Italy, in cui nei versi viene citato proprio Jackson (« Caro Michael Jackson, tu che mandi i soldi in Africa / perché la speranza torni a vivere, / ricordati di noi che stiamo a Napoli / e un disco faccelo anche per noi»).

Billie Jean è stata incisa da Mina nel 1990 nell’album Ti conosco mascherina.

Una vicenda che riguarda il cantante e che è legata all’Italia è quella relativa al processo per plagio, intentato da Al Bano nel 1992[143]: il cantante pugliese infatti, ritenendo che il brano Will You Be There del 1991 (incluso nell’album Dangerous) fosse un plagio di I cigni di Balaka, canzone di Albano Carrisi del 1987, denunciò Michael Jackson.

A seguito di ciò, l’album venne sequestrato in tutta Italia dalla pretura civile di Roma, con un’ordinanza del 21 dicembre del 1994 revocata in seguito dalla prima sezione del Tribunale[144]; dopo aver espresso la sua disponibilità ad essere interrogato in merito in Italia[145], Jackson nel 1997 si presentò al processo in corso a Roma[146], nell’aula numero cinque della Pretura di piazzale Clodio, rispondendo alle domande delle due parti.

I periti stabilirono che le due canzoni avevano 37 note di seguito identiche nel ritornello e quindi il plagio sussisteva; Jackson venne condannato a pagare quattro milioni di dollari di multa[147], ma non venne esaudita la richiesta di Albano Carrisi di ricevere come indennizzo per i danni subiti cinque miliardi di lire.

La sentenza successiva della Corte di appello civile di Milano stabilì infine che entrambi i cantanti si erano ispirati ad un brano popolare indiano, non protetto da copyright, ed Albano fu tenuto a sostenere tutte le spese legali che, come noto dalla biografia di Michael, poi si accollò Jackson con la promessa di realizzare un concerto insieme a favore dei bambini maltrattati nel mondo. Il concerto non ebbe mai luogo in quanto poco dopo Michael Jackson fu colpito dalle accuse di pedofilia.

Altra canzone di Michael Jackson accusata di plagio è You Are Not Alone, scritta da R. Kelly. La canzone venne accusata di essere copiata da If we can start all over del 1993 dei fratelli belga Eddy e Danny Van Passel[148].

Michael Jackson e gli interventi di chirurgia plastica [modifica]

A partire dai primi anni novanta i riflettori dei media sono stati puntati più sulla sua pelle, che diventava più chiara di anno in anno, che sulla sua attività in studio di registrazione. Questo, unito alle crescenti e continue accuse di pedofilia, influì non poco sul suo declino artistico.

Una delle possibili ipotesi relativa al cambiamento vedrebbe Jackson vittima di una forte forma di vitiligine, cosa che pare confermata anche dall’autopsia, una malattia che provoca la perdita del colore della pelle, rendendo l’epidermide dell’individuo a macchie. Jackson sarebbe "sbiancato" totalmente e gradualmente nel giro di pochi anni. Per nascondere la malattia avrebbe usato varie applicazioni di fondotinta aventi come scopo quello di omogeneizzare le macchie. Per il medesimo motivo, sarebbe apparso molteplici volte in pubblico con ombrelli per proteggersi dal sole. La popstar affermò inoltre che la mutazione del suo viso era quasi interamente da attribuirsi alla pubertà, e che si era concesso solo dei piccoli ritocchi per rendere più armonioso il suo viso con la nuova pelle chiara: come afferma nel suo libro Moonwalk, si ritoccò solo due volte il naso.

La pop-star ha più volte dichiarato la sua avversione verso il razzismo, spesso come diretta o indiretta replica alle accuse di aver modificato volontariamente il colore della propria pelle. La caratteristica forma squadrata della mascella sarebbe dovuta alla crescita. Il viso così magro, alla severa dieta vegetariana a cui Jackson si sottopose dagli anni ottanta. In svariate e numerose occasioni la stampa si dedicò al fenomeno, spesso con toni accusatori (sovente Jackson venne accusato di rinnegamento nei confronti della propria razza). In verità la questione non fu mai chiarita completamente, a causa della mancanza di prove oggettive in un senso o nell’altro.

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FoTo Di CuCcIoLi

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FoTo Di StAr

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lA vErA sToRiA di eMiLy rOsE

The Exorcism of Emily Rose

 

The Exorcism of Emily Rose

The Exorcism of Emily Rose è un film del regista Scott Derrickson che narra una vicenda realmente accaduta nel 1970 ad una ragazza tedesca, Anneliese Michel. Il film, uscito nel 2005, ha suscitato numerose critiche dati gli scottanti argomenti cui tratta.

Trama

Questo film, è tratto dalla vera storia di Anneliese Michel, ragazza tedesca morta, per conseguenza di un esorcismo nel 1976…Emily Rose (Jennifer Carpenter) è una pia studentessa di diciannove anni, proveniente da una famiglia povera ma molto religiosa. Quando vince una borsa di studio, Emily può realizzare il suo sogno ed andare all’Università. Una notte, mentre si trova da sola nel proprio dormitorio, Emily viene svegliata da un forte odore di bruciato proveniente dal corridoio, e quando esce a controllare vede la porta principale aprirsi e chiudersi da sola diverse volte. Rientrata nella propria stanza, Emily vede un porta matite spostarsi e cadere sul pavimento; cercando di ignorare quegli eventi, la ragazza torna a letto, ma le coperte si spostano da sole ed una forza misteriosa sembra soffocare e controllare Emily per qualche istante. Terrorizzata, la ragazza inizia a chiedersi se quanto accaduto quella notte sia reale o se si tratta solamente di allucinazioni. Queste allucinazioni peggiorano, così Emily viene ricoverata in ospedale, dove i medici diagnosticano un’epilessia. Nonostante le potenti cure farmacologiche, le visioni di Emily, così come le gravi convulsioni del suo corpo, non cessano. La ragazza lascia la scuola e torna a vivere con la sua famiglia, la quale si convince che la causa della sofferenza di Emily non sia la malattia, ma una possessione demoniaca. Viene così convocato Padre Moore (Tom Wilkinson), il sacerdote della parrocchia locale per praticare un esorcismo sulla giovane, e la Chiesa dà il suo consenso. All’esorcismo assistono anche Jason, amico di Emily, il padre della ragazza e un medico. Padre Moore registra l’audio del rito, e lo consegna successivamente al medico presente.

Emily viene legata al proprio letto, e reagisce alle affermazioni del sacerdote parlando in varie lingue, tra cui greco, latino, tedesco, ebraico e aramaico. In seguito la giovane riesce a liberarsi e a buttarsi dalla finestra per dirigersi nel fienile. Qui i presenti assistono a fenomeni soprannaturali, come voci diaboliche e improvvise raffiche di vento. Inizialmente il demone che possiede il corpo di Emily rifiuta di dire il proprio nome, ma in seguito rivela sprezzante che si tratta di ben sei demoni, tra cui Lucifero. Nei momenti di lucidità Emily scrive diverse lettere, in una di queste racconta di aver avuto un’apparizione della Vergine Maria che la metteva di fronte ad una scelta: lasciare il proprio corpo e smettere di soffrire, oppure restare, per provare al mondo l’esistenza di Dio e del Diavolo. Emily Rose decide di restare. Ma la sua morte provoca un grande scandalo e il sacerdote viene trascinato in tribunale. Gran parte del film mostra infatti il processo a cui è sottoposto Padre Moore, difeso dall’avvocatessa agnostica Erin Bruner (Laura Linney). Padre Moore chiede di poter raccontare al processo la storia di Emily Rose, e la sua richiesta viene accolta.

 

(тαитιѕѕιмσ αℓтяσ ѕυ ”ємιℓу яσѕє” ρяσѕѕιмαмєитє)

!!!PS.ℓαѕ¢ιαтє υи ¢σммєитo!!!

✿ ❦ ❧ ➳ ➽♋ ♫ ☼☺◦◙◘ ○○

 

 

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AmOrE

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